martedì 28 gennaio 2014

RESOCONTO FINALE!

Il 31 Ottobre nella nostra università
abbiamo cominciato un corso in grande serietà

all'inizio eravamo tutti preoccupati
non sapevamo incontro a cosa saremo andati

dalle prime lezioni di vision e di mission abbiamo parlato
e così il ghiaccio abbiamo spaccato

tanti esempi utili ma divertenti il prof. ci ha fatto
come il crowd finding da lui messo in atto

la verde bottiglia di Corradini Martina
potrà farle risparmiare un bel po' di monetina

seguendo i consigli di Moser Irene
avrete in poco tempo le tasche piene

di noti brand abbiamo parlato
qua sotto uno ne ho riportato:

il primo è Marcadent…
Ah no! era forse Mentadent?

cosa dire invece di Zio Lollo?
il prof. per poco non ha perso il controllo…

per quanto riguarda Federico Rosà
attente donne, qualsiasi sia la vostra età!

Alessandro Eccel con l'aloe vera
farà affari da mattina a sera

volete consigli per una super vetrina?
rivolgetevi ad Espinoza Carolina

e gli orologi di Silvia Rosà?
nella sua vita... quanti ne comprerà!

Giulia Bertolini con il suo stile ricercato
è preda delle più grandi aziende sul mercato

Nell'ultima lezione abbiamo parlato anche di Alice
che se avesse una MINI sarebbe più felice

alla fine del corso posso dire di essere soddisfatta,
tu cosa ne pensi Giulio Andreatta?

ci sono stati trasmessi tanti concetti
ricorderemo tutto Eleonora Pasetti?

se avete qualche dubbio sulle lezioni,
chiedete pure a Roberta Santoni

dopo questo corso abbiamo capito
che dobbiamo puntare verso l'infinito

e che il marketing strategico
è tutt'altro che tragico

é un dovere ringraziare,
dopo tutto questo parlare

il nostro docente Corrado Corradini
siete tutti d'accordo con Giorgia Rossini?

venerdì 24 gennaio 2014

POSIZIONAMENTO

16 Gennaio 2014
Lezione a cura del Docente Corrado Corradini
presso la Libera Accademia di Belle Arti _ LABA
distaccamento di Torbole sul Garda


Il posizionamento è il modo in cui il prodotto trova collocazione nella mente del potenziale consumatore. É stato teorizzato per la prima volta nel 1968 da Al Ries e Jack Trout.
Fa parte anch'esso del marketing strategico ed è dato da una serie di ricerche che portano a capire quali sono le tendenze del mercato.
Prendiamo in considerazione per un momento il campo automobilistico; Alfa Romeo negli ultimi anni ha perso molta notorietà, mentre Audi ne ha acquisita. Questo perché Audi ha influenzato la percezione dei possibili clienti verso il brand, investendo nei propri prodotti.
Il brand suggerisce anche l'uso che posso fare del prodotto; tornando all'esempio precedente, quello riguardante le automobili, la casa automobilistica Porsche mi suggerisce che con una Carrera 911 potrò andare più velocemente (restando comunque in sicurezza) rispetto ad una Fiat Panda.
Il posizionamento influenza anche il gesto. Pensiamo ad esempio all'uscita dell'iPhone; dopo il boom che questo smartphone ha avuto sul mercato, tutti gli altri brand come Nokia, Samsung ecc… hanno cominciato a sfornare telefoni touch screen.
Questi manipolatori, in un'altra parola INFLUENCER, sono quindi in grado di creare tendenze, hanno qualcosa in più che gli altri non hanno e comportandosi così generano un'AUDIENCE.
Se voglio creare un'audience potente, ovvero, avere un gran numero di persone che parlano di me, dovrò avere una buona REPUTAZIONE. Senza di essa non andrò da nessuna parte!
Per differenziarmi sui vari target di persone, dovrò avere un'identità personale ben definita in modo che chi parla di me, diventa il mio TARGET IDENTITARIO.
Applicando questo concetto ad un prodotto, possiamo prendere come esempio un normale pc ed un macbook portatile. Se i due prodotti non si differenziassero per ovvie doti estetiche e per i materiali, non ci sarebbe motivo di pagare un macbook molto più di un normale pc.
Il posizionamento nasce anche da una promessa di qualità che l'azienda fa al cliente.
Se mi trovo bene con un prodotto, non lo abbandono e l'azienda potrà continuare il suo processo di VENDITA.

Il posizionamento del prodotto segue un flusso; nello schema riportato sono sono indicate le parti fondamentali del processo di valorizzazione del brand.


giovedì 16 gennaio 2014

UNIQUE SELLING PROPOSITION

9 Gennaio 2014
Lezione a cura del  Docente Corrado Corradini
presso LABA distaccamento di Torbole sul Garda


Fa parte del marketing immaginativo ed ha il compito di rappresentare il tratto distintivo e originale dell'azienda o del prodotto.
Per iniziare faccio un esempio in modo tale da capire di cosa si parla; tra gli annunci più celebri prodotti con la tecnica dell'USP vi è quello delle caramelle m&m's
«si sciolgono in bocca, non in mano», usato ancora oggi.

Per essere tale, e quindi durare nel tempo, l'unique selling proposition deve avere 3 caratteristiche principali:

1. La frase deve trasmettere al fruitore un'immagine chiara, una proposta chiara che può essere sintetizzata per mezzo di parole, immagini e  suoni. Il messaggio deve mettere in evidenza immediata qual'è il beneficio specifico all'atto dell'acquisto;

2. La proposta deve essere unica e non replicabile o copiabile dalla concorrenza. Dev'essere inimitabile e riguardare sia la marca che il prodotto;

3. Il messaggio deve essere talmente forte da generare nel consumatore l'impulso all'acquisto ma soprattutto dev'essere ad un livello d'attrattività tale da muovere le masse.


È quindi lo strumento primario indispensabile per posizionare il prodotto nella mente del consumatore.
Non va a sostituire la vision in quanto la unique selling proposition si riferisce ad uno specifico prodotto, non all'azienda nel complesso.


venerdì 3 gennaio 2014

COM'E NATA LA NUTELLA?

Le origini della nutella risalgono al periodo post bellico, 
esattamente nel 1946 ad Alba, in Piemonte.
Pietro Ferrero, abile pasticcere, voleva inventare un prodotto che potesse essere alla portata di tutti; economico ma buono.
Una sera ebbe un'intuizione, ovvero amalgamare l'impasto del cioccolato gianduia alla crema di cocco; ne usci una specie di marmellata semi solida che prese il nome di "Giandujot".



Il nuovo prodotto ebbe immediatamente un grande successo inaspettato. Il signor Ferrero decise quindi di vendere il prodotto sia in panetti da tagliare, sia in porzioni più ridotte, nasce qui il cremino.

Alcuni raccontano che nell'estate del 1949 fece un gran caldo ed i panetti Giandujot si scioglievano come neve al sole, così, i negozianti, decisero di vendere il cioccolato sciolto in bicchieri di plastica, facendolo passare per una crema da spalmare.
Successivamente il Giandujot passò ad una forma più liquida e prese il nome di "Supercrema" la quale veniva venduta in barattoli di vetro.




La svolta arriva nel 1964 con il figlio di Pietro, Michele Ferrero, il quale decide di perfezionare la ricetta rendendo la crema ancora più morbida. 

Attribuì un nuovo nome alla crema di nocciole, la chiamò Nutella; da doNUT = nocciola ed "ella", un vezzeggiativo che vuole suggerirne un uso quasi ludico.



Da quel momento in poi il successo non si fermerà…
è da 40 anni sulle tavole di italiani di tutte le età!

BRAND MANAGEMENT O GESTIONE DEL BRAND

19 Dicembre 2013
Lezione a cura del docente Corrado Corradini
presso LABA distaccamento di Torbole sul Garda

Il brand si occupa di esteriorizzare, di rendere pubblica, la pianificazione strategica dell'azienda; sia che si tratti di un marchio istituzionale (Armani, Nike, Adidas…) sia che si tratti di un marchio specifico (es: occhiali Dsquared; la Dsquared ha deciso di fare anche occhiali).
Lo scopo del brand è quindi aumentare il valore della marca presso chi la percepisce e con esso i profitti dell'azienda stessa.
Il marchio Coca-Cola ha trasformato, grazie alla sua forza, i colori di Babbo Natale; il quale inizialmente era verde e marrone.

Ma la domanda è… come si sceglie un brand efficace? Quali caratteristiche deve avere?
Un buon brand deve essere:
- pronunciabile
- facile da ricordare
- riconoscibile
- traducibile
- attraente
- suggerisce caratteristiche e benefici
- conduce all'azienda madre
- registrabile facilmente
- distinguibile rispetto alla concorrenza in base al suo posizionamento

Che cos'è il posizionamento?
Il posizionamento è il modo in cui un prodotto trova collocazione nella mente del potenziale consumatore. In base alla posizione mentale che si vuole andare ad occupare si definirà il prodotto e le altre variabili di marketing mix. Il posizionamento giuda tutto il processo di marketing, compresa la strategia! In altre parole possiamo definirlo come il ricordo che il consumatore ha del brand.

es: SCOTCH è un marchio, il nome del prodotto é nastro adesivo ma la maggior parte delle persone lo chiama scotch.

Esistono 3 tipologie di brand:

A ) in base al portafoglio prodotti (uno - molti), a sua volta diviso in:
- mono brand: generalmente usato per uno a pochi prodotti che evocano atmosfere funzionali al prodotto. Sono brand che si muovono in un solo mercato e con una sola identità (es: Algida - Vodafone - … );
- family brand: riferito a molti prodotti dove è la situazione emotiva a fare da unione (es: Unilever - P&G - Nestlè - … ).

B ) in base all'identificazione con l'azienda (stesso marchio o marchio diverso), a sua volta diviso in:
- corporate brand: utilizzato sia per i prodotti che per l'azienda stessa, di solito corrisponde al marchio dell'azienda stessa (es: Pepsi - Shell - Kodak);
- furtive brand: brand con i quali l'azienda pubblicizza i suoi prodotti; non hanno collegamenti al nome dell'azienda. Nel caso di Cinzano, Skyy Vodka, Aperol e Cynar, sappiamo che sono tutti marchi di Campari.
Un chiaro esempio di furtive brand può essere antiqua farina.

C ) in base a tipologie differenziate (mix tra brand di prodotto e brand aziendale), a sua volta divise in:
- Brand incorporati: usato soprattutto quando il brand corporate è trainante, ad esempio (Sottilette Kraft - Salamini Beretta);
- Brand individuale: ogni prodotto ha un nome distinto che non richiama ne la famiglia, ne l'azienda (es: Nutella).