L’emozione è ciò che guida l’uomo nelle scelte.
Il fine ultimo del processo pubblicitario è creare
un’emozione la quale si riesce a dare tramite il linguaggio e la comunicazione
che a loro volta permettono di trasmettere dei valori.
Questi possono essere di due tipi: valori palesi e valori
nascosti.
Il mezzo pubblicitario più utilizzato è la figura femminile
la quale ricopre diversi ruoli all’interno delle varie pubblicità. Stefano
Zatta spiega il perché in poche, semplici parole:
«Gli uomini agiscono, le donne appaiono.
Gli uomini guardano le donne.
Le donne guardano se stesse mentre sono guardate.
Questo determina non solamente la maggior parte delle relazioni
fra uomini e donne ma anche il rapporto delle donne con se stesse.
L’osservatore della donna è maschile; l’osservata
femminile.
Così lei si trasforma in oggetto.
Più specificamente in oggetto di visione.»
La maggior parte del denaro investito in pubblicità è
dedicato al settore televisivo, lo schema riportato sotto indica in percentuale
i vari campi in cui si investe.
La pubblicità vede la mente del consumatore come un CAMPO
ovvero uno spazio vuoto in cui muoversi. Questo campo viene rappresentato da un
cerchio.
1.
La mente del consumatore per la pubblicità
2.
Imput che ci ha dato la pubblicità (emozione)
3.
Rimane l’idea in testa
La pubblicità crea un imput dentro di noi, se il prodotto
ci piace, lascia dentro di noi in desiderio d’acquisto.
Tutto si basa sulla dualità: mi piace o non mi piace.
Se mi piace e me lo posso permettere, procedo con
l’acquisto altrimenti troverò il modo per averlo. Altrimenti comprerò qualcosa
di simile ma penserò sempre all’originale.
In ogni caso facciamo delle scelte
e, spostandoci in una direzione, generiamo un movimento.
Tale movimento può essere rappresentato tramite un vortice
il quale attrae per il 50% della sua forza e respinge con il restante 50%.
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