domenica 9 novembre 2014

L’EMOZIONE NELLA COMUNICAZIONE

L’emozione è ciò che guida l’uomo nelle scelte.
Il fine ultimo del processo pubblicitario è creare un’emozione la quale si riesce a dare tramite il linguaggio e la comunicazione che a loro volta permettono di trasmettere dei valori.
Questi possono essere di due tipi: valori palesi e valori nascosti.

 








Il mezzo pubblicitario più utilizzato è la figura femminile la quale ricopre diversi ruoli all’interno delle varie pubblicità. Stefano Zatta spiega il perché in poche, semplici parole:

«Gli uomini agiscono, le donne appaiono.
Gli uomini guardano le donne.
Le donne guardano se stesse mentre sono guardate.
Questo determina non solamente la maggior parte delle relazioni fra uomini e donne ma anche il rapporto delle donne con se stesse.
L’osservatore della donna è maschile; l’osservata femminile.
Così lei si trasforma in oggetto.
Più specificamente in oggetto di visione.»


La maggior parte del denaro investito in pubblicità è dedicato al settore televisivo, lo schema riportato sotto indica in percentuale i vari campi in cui si investe.



La pubblicità vede la mente del consumatore come un CAMPO ovvero uno spazio vuoto in cui muoversi. Questo campo viene rappresentato da un cerchio.



1.     La mente del consumatore per la pubblicità
2.     Imput che ci ha dato la pubblicità (emozione)
3.     Rimane l’idea in testa

La pubblicità crea un imput dentro di noi, se il prodotto ci piace, lascia dentro di noi in desiderio d’acquisto.



Tutto si basa sulla dualità: mi piace o non mi piace.
Se mi piace e me lo posso permettere, procedo con l’acquisto altrimenti troverò il modo per averlo. Altrimenti comprerò qualcosa di simile ma penserò sempre all’originale. 
In ogni caso facciamo delle scelte e, spostandoci in una direzione, generiamo un movimento.
Tale movimento può essere rappresentato tramite un vortice il quale attrae per il 50% della sua forza e respinge con il restante 50%.





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